lunedì 26 ottobre 2009

L'elaborazione del lutto



"La nostra identità, il nostro sé sono costituiti per una parte importante dalle "introiezioni". Questo significa che ogni persona si porta dentro un partner, dei genitori, dei fratelli, dei figli, degli amici, ma anche un lavoro, un ideale politico o religioso. Le rappresentazioni di queste persone, di queste attività o idee sono parte della persona (per esempio, "sono un'insegnante", "sono figlio di", "sono madre di", ...). Quando accade che si viva una perdita per un rifiuto, una separazione o un lutto, che si perda il lavoro per licenziamento o pensionamento, che ci sia un fallimento personale o il chiudersi di una prospettiva, le persone non sentono solo che si è impoverito l'ambiente circostante, ma anche una parte del loro sé, come se questa parte fosse andata perduta assieme a ciò che le persone amavano e sentivano parte di loro. Ciò che si sente in questi casi è un grande o incolmabile senso di vuoto. Capita spesso che si vada alla ricerca dei propri errori e dei propri sbagli, col celato desiderio che ponendovi rimedio la persona o le cose perdute potranno tornare. Al posto dell'elaborazione del lutto si situa l'autocritica".
(dal sito web Angelini)

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