mercoledì 21 ottobre 2009

L'altruismo



"L'altruismo verso estranei, rischioso la propria discendenza genetica, è spiegabile alla luce di un meccanismo di co-evoluzione fra geni e cultura. Particolarmente dibattuto è, in particolare, l'altruismo verso persone che non siano imparentate dato che, essendo costoso per chi lo esercita e mettendo a rischio la propria discendenza genetica, non dovrebbe essere un tratto favorito dall'evoluzione. In realtà, osserva Bell, l'apparente contraddizione si appiana ipotizzando un meccanismo di co-evoluzione fra geni e cultura. I comportamenti e le credenze appresi spiegano meglio della genetica i comportamenti altruistici verso estranei, come quelli dei donatori di sangue, dei contributori alle banche alimentari e anche da soldati all'estero. Ad affermarlo è una ricerca condotta da Adrian V. Bell e colleghi dell'Università della California a Davis pubblicata sull'ultimo numero dei "Proceedings of the National Academy of Sciences" (PNAS). Dall'analisi dei dati ottenuti, i ricercatori hanno desunto che la cultura ha un peso ben superiore alla genetica nella spiegazione del comportamento pro-sociale. Per analizzare la questione, Bell e colleghi sono ricorsi a uno strumento matematico, la cosiddetta equazione di Price, che descrive le condizioni necessarie perché si evolva l'altruismo. I ricercatori hanno così a confrontato la differenziazione genetica e culturale fra gruppi sociali vicini sfruttando le stime sulle differenze genetiche calcolate in precedenti studi, e affidandosi al World Values Survey - centro di rilevazione costituito da una ampia rete di sociologi diffusa in tutto il mondo che studia i cambiamenti nei valori nei diversi contesti e il loro impatto sulla vita sociale e politica - come fonte di dati per valutare le lontananze culturali fra gruppi vicini".
(di L. Fedele, dal gruppo FB "Il coraggio dell'altruismo)

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