giovedì 14 giugno 2012

Citazioni del padre della PAS

Riporto qui, perchè richiestemi da diversi professionisti, alcune aberranti citazioni testuali del padre della PAS-Parental Alienation Syndrome, il dottor Richard Alan Gardner (1931-2003), con traduzione e riferimento bibliografico. Spero che i professionisti che ancora si ostinano ad utilizzare la PAS come diagnosi e/o mezzo di difesa, realizzino, dopo tale lettura, quale tipo di abominio abbiano perpetrato utilizzandola. Gardner: "We need well-publicized civil lawsuits against incompetent and/or overzealous psychologists, psychiatrists, social workers, child protection workers, 'child advocates', police, and detectives whose ineptitude has promulgated a false accusation"; traduzione: "Abbiamo bisogno di cause civili ben pubblicizzate contro gli psicologi incompetenti e/o troppo zelanti, gli psichiatri, gli assistenti sociali, i lavoratori per la tutela dei minori, i 'difensori del bambino', la polizia e gli investigatori, la cui inettitudine ha promulgato una falsa accusa" (Gardner, Richard A., Issues in Child Abuse Accusations, 5(1), p. 26). Gardner: "At the present time, the sexually abused child is generally considered to be the victim, though the child may initiate sexual encounters by 'seducting' the adult; traduzione: "Al momento attuale, il bambino abusato sessualmente viene generalmente considerato come la vittima, anche se il bambino può iniziare gli incontri sessuali col 'sedurre' l'adulto" (Gardner, Richard A., Child Custody Litigation (1986), p. 93). Gardner: "It is of interest that of all the ancient peoples it may very well be that the Jews were the only ones who were punitive toward pedophiles"; traduzione: E' interessante notare che di tutti i popoli antichi, può benissimo essere che gli Ebrei fossero gli unici ad essere punitivi nei confronti dei pedofili" (Gardner, Richard A., True and False Accusations of Child Sex Abuse (1992), pp. 46-47).

lunedì 21 maggio 2012

L'ultimo muro di Alessandra L. (di G. Porzi)

Racconta di bambini attraverso i loro disegni, Alessandra Lumachelli; o meglio del loro universo attraverso i segnali che lanciano al mondo con la scrittura e i disegni. E spesso sono messaggi di dolore, solitudine e abusi subiti. Un universo nel quale spesso gli adulti, siano essi genitori, insegnanti o allenatori faticano a entrare e a trovare ina bussola per orientarsi. Per questo, secondo Alessandra Lumachelli è necessario abbattere quel muro di silenzio che condanna gli adulti a non entrare in questo mondo. Per questo, molto probabilmente, “Distruggere il muro del silenzio” è il titolo del suo ultimo libro, edito da Albatros, che porta la prefazione di Maria Rita Parsi. Alessandra Lumachelli è un perito grafologico, una formatrice che associa a questa disciplina interessi pedagogici e psicologici., una studiosa che con questo libro ha voluto circumnavigare questo mondo e offrire un’interpretazione, una lettura. Ma “Distruggere il muro del silenzio” non è solo questo, è anche un’occasione offerta agli adulti per compiere un viaggio all’interno di se stessi e scoprire gli strumenti che rendano possibile l’abbattimento di quel muro. “I bambini sono coraggiosi, spiega la Lumachelli, alla fine manifestano il loro vissuto; dai loro disegni si vede tutto. Dai casi contenuti nel libro emergono storie di bambini abusati, disagio, difficoltà di relazione”. Sta quindi agli adulti saper leggere, meglio, ascoltare. “Questo è possibile col dialogo, con la gestione delle emozioni. C’è un analfabetismo emotivo e nel contempo una fame di emozioni che la voglia di perfezione tende a soffocare”. Per la Lumachelli c’è bisogno di momenti, di luoghi, di istituti che educhino alle emozioni, per poterle canalizzare e gestire”.

tavola rotonda sull'abuso minorile, Macerata

presentazione "Distruggere il muro del silenzio" alla biblioteca Zavatti di Civitanova Marche