mercoledì 13 maggio 2009

La Sindrome da Alienazione Genitoriale: schermo per pedofili legalizzati?


Si è concluso a Lugano il processo a carico di uno zio presunto abusante dei due nipotini. La corte ha deciso di proscioglierlo dall’accusa con la formula “in dubbio pro reo”. Con questa sentenza si sancisce l’assoluzione dell’imputato e la “condanna” di chi ha sorretto per anni la posizione di due bambini che hanno avuto il coraggio di denunciare l’abuso sessuale di cui sono stati vittime. Una denuncia, una procedura penale, supportata dalle loro parole e dai riscontri medici rilevati su una delle due vittime, ritenuti compatibili con quanto da oltre sei anni andava raccontando chi quei segni se li porterà appresso per tutta la vita, nella carne, ma ancor più nello spirito. In tribunale è emersa e si è imposta però un’altra “verità”, quella di chi ha messo in dubbio le loro parole. Innanzitutto quella di chi ha difeso il prevenuto colpevole, poi quella di chi si è mosso in questi anni per affermare una nuova “linea di pensiero e di azione” nell’approccio agli abusi sessuali su minori. Si tratta di un approccio che ha quale scopo quello di spostare il baricentro dell’attenzione e dell’azione istituzionale dalla condizione delle piccole vittime di abuso sessuale e incesto ad opera di pedofili o membri appartenenti alla cerchia familiare (questa era la preoccupazione degli anni ’90 in Ticino) a quella degli adulti autori o presunti autori di atti di violenza, garantendo a questi ultimi maggiori strumenti e garanzie di tutela e di difesa nei casi in cui siano fatti oggetto di denuncia e quindi coinvolti in una procedura penale di accertamento dei fatti a loro carico. Il processo a cui ho fatto riferimento ha visto consumarsi sullo sfondo un “braccio di ferro” proprio tra questi due approcci. Nel 2004 le società ticinesi degli psichiatri e degli psicologi, in collaborazione con il Delegato per le vittime di violenza (Roberto Sandrinelli, allora anche responsabile dei servizi sociali cantonali) invitava in Canton Ticino un controverso personaggio della psicologia forense, certo Hubert Van Gijseghem, per un corso di formazione destinato al personale dei servizi sociali (Unità d’intervento regionale), psicologi, psichiatri, poliziotti e magistrati. Scopo della formazione: fornire gli strumenti per effettuare in maniera corretta le audizioni di bambini vittime di violenza.
Ma chi è Hubert Van Gijseghem? Allora se lo domandò anche il parlamentare socialista Bill Arigoni, che già da qualche anno si occupava a livello politico dello spinoso tema dell’infanzia maltrattata. Scoprì fatti sconcertanti che furono fatti oggetto di un’interrogazione parlamentare al governo. Hubert Van Gijseghem è uno psicologo belga che da molti anni gira il mondo diffondendo come scientifiche tesi e teorie che vanno dalla Sindrome di alienazione parentale (SAP), alla suggestione operata dagli adulti sui bambini, ai falsi ricordi dei bambini vittime di violenza. Vari autori hanno contestato le sue tesi ritenendole tutt’altro che scientifiche. La SAP, ad esempio, non ha mai trovato d’accordo la comunità scientifica negli Stati Uniti e non è quindi mai stata inserita nel Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali (DSM), la “bibbia” della psichiatria. Van Gijseghem è considerato anche un “esperto” di audizioni di bambini (per audizione s’intende qui la “raccolta” della testimonianza di un minore presunta vittima di violenza). Egli ha approntato un metodo attraverso il quale effettuare queste audizioni o interrogatori. Questo metodo, estremamente complesso e complicato, è stato considerato da uno dei suoi “inventori”, Jonhn C. Yuille, coautore con Van Gijsghem di un libro, L’enfant mis à nu, molto difficile da applicare: esso, scrive l’autore, richiede un allenamento e un’esperienza considerevole. Ma perché vi racconto queste cose?
Semplicemente per una serie di motivi:
Gli ispiratori delle tesi maestre dello psicologo belga - SAP, falsi ricordi, condizionamenti, suggestioni e quant’altro - sono il frutto del lavoro “scientifico” di altri autori: Richard Gardner e Ralph Unterwager. Questi due signori sono, notoriamente, molto vicini ai movimenti pedofili. Vi è chi li accusa espressamente di essere loro stessi pedofili. Le tesi di Gardner, Unterwager, Van Gijseghem sono massicciamente utilizzate nelle procedure e nei processi penali a carico di pedofili e parenti incestuosi per screditare le vittime e i testi della pubblica accusa.
Le tesi di questi autori sono state utilizzate anche nel processo conclusosi a Lugano, ad esse ha fatto riferimento la corte nel giudicare. Il Procuratore pubblico Mario Branda aveva accennato a questo problema in aula, ma la corte non ha ritenuto di doverne tenere conto e i media non ne hanno riferito in alcun modo e dubito che lo faranno nella cronaca di domani. Le tesi di questi autori sono state veicolate in Canton Ticino dall’apparato istituzionale (DSS, Delegato per le vittime di violenza, polizia e magistratura) e dalle corporazioni della psichiatria e della psicologia.
Le tesi degli autori sono state veicolate in aula da una delle perite della difesa, la nota “sessuologa”, conduttrice di una rubrica di erotismo sul domenicale Il Caffè, Linda Suini Rossi. La stessa ha redatto un vero e proprio “libello” accusatorio e diffamatorio a carico della dott.ssa D’Ottavio-Del Priore (elevato poi al rango di “perizia” dall’avvocata della difesa) sulla base della sola lettura di un rapporto scritto fatto dalla dott.ssa D’Ottavio-Del Priore. La presunta perizia è stata ridimensionata alla sua reale portata, e cioè a mera composizione di falsità e di pregiudizi, dal giudice stesso (salvo poi riprendere, in sede di sentenza, quegli stessi elementi di pregiudizio e farli propri per giustificare l'assoluzione dell'imputato; questa è una questione che dovrà essere ancora approfondita e sviluppata). Le è stato chiesto in sede processuale se avesse esperienza di bambini abusati sessualmente. Ha dovuto rispondere di “no”. Nella sua perizia si fa ripetutamente riferimento a Hubert Van Gijseghem e alle sue tesi. Linda Suini Rossi (con diversi altri suoi "colleghi") è del resto una delle sacerdotesse di Van Gijseghem in terra ticinese. In questi giorni, coincidenza vuole, che stia organizzando un Congresso di sessuologia e poteva forse mancare Van Gijseghem tra i suoi invitati? L’avvocata della difesa ha raccolto a piene mani dalle suggestive tesi di Rossi e di VanGijseghem. La corte le ha creduto. Non ha creduto ai bambini, non ha creduto ai testi, non ha creduto ai periti, non ha creduto ai parenti vicini alle vittime. Le tesi di questi autori saranno ora sempre utilizzate dai difensori di pedofili e di parenti incestuosi nei processi cosiddetti indiziari, ossia quei processi dove non ci sono prove di colpevolezza ma soltanto indizi (vi è ancora da capire se siano “indizi” i riscontri medici di abuso o – come nel caso in questione - “prove” di un abuso sessuale). Ciò è quanto accade del resto in tutti i paesi in cui si siano divulgate le tesi di Gardner, Underwager e Van Gijseghem.
Il “massacro” giudiziario e mediatico a cui sono stati e saranno verosimilmente ancora sottoposti i testi e le vittime (ma il monito del giudice Ermani contro il Pubblico ministero, mi fa dire che gli stessi procuratori pubblici – già oggi piuttosto reticenti a portare avanti questo genere di indagini, ben consci delle difficoltà a cui devono andare incontro – si guarderanno bene dal correre il rischio di finire a loro volta nel “tritatutto” mediatico e giudiziario) produrrà ulteriore preoccupazione e deterrente, sufficienti a far desistere chiunque (vittime, testimoni, operatori sanitari, psicosociali o scolastici) avesse in futuro intenzione di denunciare, segnalare, casi di abuso sessuale di cui siano stati vittime o anche solo informati. Il pericolo che s’incorra irreversibilmente in una vera e propria deriva civile e giudiziaria lo avevo segnalato già diversi anni fa (era il 2003) quando scrivevo: Sembra proprio che in Ticino il vento stia cambiando e con esso sia destinata a cambiare anche la sorte delle procedure penali che coinvolgono questi bambini. Fino a poco tempo fa si parlava di una punta dell’iceberg, di fenomeno preoccupante, di bambini non sufficientemente ascoltati, sovente non creduti. Oggi tutto questo è messo in dubbio, in alcuni casi addirittura dagli stessi che sino a ieri amavano cavalcare il tema nei salottini delle trasmissioni radiotelevisive o camminavano, tronfi, in testa ai cortei della sensibilizzazione e della protesta “bianca”.
E mi pongo ancora le stesse domande che mi ponevo allora:
Ma chi ha invitato Hubert Van Ghijseghem in Ticino per parlare ad autorità civili e penali, a responsabili di servizi medicopsicologici, psicosociali, psichiatrici, a operatori dell’assistenza sociale, di come si fanno le audizioni di bambini? Chi ha invitato Hubert Van Ghijseghem per parlare della scarsa credibilità dei bambini vittime di abusi, dello scarso valore di elementi diagnostici contenuti, descritti e ritenuti scientificamente validi, dalla stragrande maggioranza delle pubblicazioni specialistiche dell’ambito medico, psicologico e addirittura dal Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali o DSM IV, la Sacra Bibbia della psichiatria? Chi ha invitato Hubert Van Ghijseghem per affermare la nullità della maggior parte delle audizioni che vengono effettuate oggi nelle procedure penali a causa delle suggestioni cui verrebbero sottoposti i minori da parte di un inquirente (parla di “falsi positivi” ignorando, ancora più strano, i “falsi negativi” e cioè quelle dichiarazioni rese impossibili dalla volontà dell’interrogante d’impedire che emerga la realtà di un abuso sessuale o di un grave maltrattamento)? Non so che sentimento possano nutrire oggi questi bambini, “non creduti”, verso un sistema giudiziario perverso che ha voluto ancora sentirli ripetere in aula penale quanto hanno dovuto subire per poi dire loro “non possiamo credervi, forse siete stati solo vittime di una suggestione”; che sentimenti verso quegli adulti che hanno cercato di aiutarli, innanzitutto nel loro percorso di guarigione e di crescita personale, ma che non hanno potuto “difenderli” e aiutarli contro le “strategie difensive”, la negazione di chi aveva solo interesse a negare e a confondere le carte, le perverse “logiche processuali”, il “crucifigge” mediatico. Non so nemmeno cosa pensare di un giudice che ha avuto parole dure per tutti, per il procuratore che avrebbe condotto male l’inchiesta, per la magistrata dei minorenni che avrebbe condotto male e in maniera suggestiva l’audizione (questo il vero punto debole dell’inchiesta, del resto già rilevato da altri magistrati in altre procedure, perché le audizioni o gli interrogatori – è bene ricordarlo - le devono fare i magistrati, non i pedagogisti! E così è stato!), per la pedagogista che avrebbe dato per scontato l’abuso e sarebbe stata in qualche domanda un po’ suggestiva. Poi si è costruito un suo castello di convinzioni (o le aveva già prima? visto che il processo si è concluso nella stessa maniera in cui si era iniziato, quasi non ci sia neppure stato un dibattimento) in spregio, quasi totale, agli stessi elementi di chiarimento riferiti o prodotti come prove nel corso del dibattimento. E’ il caso ad esempio del fatto che abbia ritenuto che la pedagogista abbia agito nella vicenda anche come membro della Commissione tutoria, malgrado ciò non corrisponda assolutamente al vero (ne fanno oggettivamente stato gli atti della CTR). Da ciò l’accusa di aver ricoperto più ruoli (sic!). La fastidiosa sensazione è che questo processo abbia assunto i connotati di un processo e di un giudizio "politico" fondato su mezze verità e su vere menzogne fatte proprie dal giudice e dalla corte, un processo in cui i fatti, le parole dette, le prove e le persone hanno avuto ben poca rilevanza. Da chi è stato "suggestionato" allora questo giudice? Che pensare infine del fatto che rimproveri la madre dei bambini per non essere stata protettiva nei confronti dei figli? Protettiva da chi? Dall’assolto in dubbio pro reo? Da qualcun d’altro? Mah! Il Rasoio di Occam indica l'inutilità di formulare più assunzioni di quelle strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno. In altre parole, secondo il suo principio, non vi sarebbe motivo alcuno per complicare ciò che è semplice. D’ora in avanti invece, nei rarissimi processi che forse ancora si celebreranno nelle nostre aule penali, sarà vero l’esatto contrario e cioè che le tesi più ardite ed arzigogolate (i bambini mentono perché suggestionati, i parenti avevano interesse a suggestionarli e così pure i diversi professionisti che a vario titolo si sono occupati di aiutare i bambini, la perizia del medico stabilisce l’abuso ma non da parte di chi, il calcolo temporale stimato indica che il tempo per compiere gli abusi non era sufficiente (?), eccetera), le arrampicate sui vetri, certificate dal sapere scientifico dell’adepta di VanGijseghem di turno, saranno la regola e le corti giudicanti saranno ben disposte (suggestionate? condizionate?) ad accoglierle per mettersi così il cuore e la coscienza in pace con la più pilatesca delle formule a disposizione: assolto in dubbio pro reo! So comunque cosa pensare dei molti, che da anni, astiosamente nascosti all'ombra dei loro ingombranti (sovente inutili) ruoli istituzionali e professionali, di prestigio e di reverenziale rispetto (parlo di Consigliere di Stato, di "alti" funzionari, di avvocati, di psicologi, di psichiatri, di politicanti, di giornalisti...) hanno lavorato sodo perché la dott.ssa D'Ottavio-Del Priore potesse finalmente incorrere - dopo tanti processi, dopo tanti bambini difesi e aiutati con successo, dopo tante critiche inutilmente indirizzate al suo operato, soprattutto dopo le tante critiche rispedite ai legittimi proprietari - in un "passo falso" e questa volta "certificato" dalle oggettivanti parole di un giudice, ma me lo tengo per me. Qui di seguito presento, per chi volesse approfondire la questione, una serie di “anteprime” di documenti presenti in rete a supporto e corredo di quanto ho affermato nel mio scritto.
Difensore di pedofili insegna a interrogare i bambini
[...] si fa riferimento ad uno psicologo, Hubert Van Gijseghem, che arriva dal Canada a fare il docente in questo corso. E allora mi sono chiesto chi fosse mai questo Signore che arriva da così lontano? Sono entrato in Internet e sono rimasto sconcertato dalle notizie trovate. Nei documenti trovati, che vi invio in allegato, che parlano di H.V.G si può leggere:
> definisce umanisti due autori che arrivano a giustificare la pedofilia e, con uno di questi, collabora ( vedi documento “ Hubert Van Gijseghem” articolo su una rivista di pedofili che giustificano la loro tendenza dicendo che rispettano la volontà di Dio e ribadiscono la fierezza di essere pedofili proclamando l’amore per i bambini);
> le sue tesi sono notoriamente utilizzate nelle aule penali per screditare la credibilità dei bambini e di chiunque testimoni a loro favore ( vedi documento Prévention des Agression sexuelles, dove il Signor H.V.G. attacca le donne che divorziano perché manipolano i bambini incitandoli a denunciare falsi abusi; i mass media perché sarebbero loro ad incitare alla pedofilia e alle false denunce; la prevenzione da parte dello Stato perché così facendo invogliano i bambini a denunciare falsi abusi);
> criticato da Ass. di protezione dell'infanzia ( vedi documento “associazione per la formazione” dove si può leggere, tra le altre accuse, che secondo loro la teoria di H.V.G serve a giustificare la violenza e ad auspicare il silenzio);
criticato dalle Ass. e movimenti femminili perché attacca le madri, che si separano, ritenendole in quasi la totalità dei casi sempre delle istigatrici ( vedi documento “ Le Collectif fémministe contre le viol”);
> accusato di maschilismo e sessismo non solo dalle donne ma anche da prof. universitari e storici e dal Collettivo maschile contro il sessismo (vedi documento Dufresne dove si parla di mercenari, preparati dalla lobby che difendono i pedofili, disposti a testimoniare il falso in difesa degli abusatori, in questo articolo si parla ancora del nostro psicologo e delle sue teorie);
> mette a disposizione le sue tesi ed è vicino ai gruppi canadesi di padri separati accusati di abusi sessuali;
> mette a disposizione le sue tesi per la Fondazione per la falsa memoria ( teoria ripresa in vari documenti);
> é autore molto controverso e molto discusso e ampiamente criticato per la sua ambiguità, la parzialità e la poca attendibilità scientifica dei suoi studi, anche perché spesso autoreferenziali (dai documenti risulta che le autorità giudiziarie del Nord America lo abbiano screditato).
Humanisme, pédocriminalité et résistance masculiniste
« Apparemment, Monsieur Van Gijseghem consacre quelques phrases dans ses textes et quelques minutes dans ses conférences pour reconnaître que des agressions sexuelles intrafamiliales sur mineurs existent et qu’elles constituent bien un fléau social. Mais aussitôt après, sa pensée se développe dans un tout autre sens et ne va plus se préoccuper désormais que de pourfendre ce qu’il considère comme des excès et des dérives en matière de protection de l’enfance. Il n’hésite pas à dire que c’est la mise en mots qui constitue l’abus, autrement dit que c’est la parole qui est le lieu constitutif de la violence. […] Apparemment, Monsieur Van Gijseghem met en garde contre ce qu’il appelle les fausses allégations, notamment dans un contexte de séparation des parents. Au nom de ce qu’il définit comme un “syndrome d’aliénation parentale”, il finit par discréditer systématiquement la parole de l’enfant dès l’instant que ses parents sont séparés. Ce qui se présentait comme une règle de prudence est devenue un dogme au service de la surdité.
Viol d’enfant : des tribunaux sous influence
Enfin, un des visages contemporains de la défense prête à porter offerte à grand prix aux agresseurs est la prétention de certains témoins experts nord-américains à disqualifier a priori tout témoignage qui n’aurait pas été recueilli conformément à des " grilles d’analyse " présentées comme scientifiques. La trentaine de " critères " improvisés par des psys comme Ralph Underwager, John Yuille ou Hubert Van Gijseghem comprennent des questions comme : La mère était-elle émotive au moment du témoignage ? Présentait-elle, au contraire, une impassibilité suspecte ? On comprendra que dans des tribunaux déjà surchargés, peu de témoignages survivent à pareils feux croisés. L’expert mercenaire appelé en défense parlera, une fois de plus, de " contamination " de la preuve, en réclamant du juge ou du jury qu’il discrédite le témoin ou son compte rendu.Ce glissement vers une situation où le soi-disant spécialiste se substitue au juge et au jury a été maintes fois rejeté par des tribunaux américains et canadiens, avec les syndromes et grilles qui prétendent le fonder. Malheureusement, les spécialistes de cette "junk science" de plus en plusdiscréditée en Amérique du Nord s’envolent déjà vers l’Europe pour y donner des " formations ", ce qui laisse présager de nouveaux dénis de justice.
Chi difende i pedofili in rete?
"In tema di letteratura ideologica pedofila, vale la pena di riportare le teorie di Eduard Brongersma, ora defunto (fu il primo uomo a richiedere per sé l'applicazione della legge olandese sull'eutanasia, perché "stanco di vivere"). Nel 1946, quando era membro del Parlamento olandese, si dichiarò apertamente pedofilo, sostenendo che l'amore sessuale con e tra bambini ne rendesse più sana la crescita. Il politico, che nel 1950 venne incarcerato per aver abusato di un sedicenne, creò la Brongersma Foundation, una delle più complete biblioteche al mondo sulla pedofilia. La sua teoria sull'ageism (cioè l'illiceità dell'età del consenso per l'attività sessuale) è alla base di vari movimenti teorici come la North American Man-Boy Lovers Association (Numbla), fondata nel 1979 negli Usa quale "risorsa per ogni pedofilo nel mondo". Seguirono Paedophile Information Exchange (Pie), Paedophile Action for Liberation (Pal) e Paedophile Liberation Front. Tutti questi movimenti (non perseguiti, in quanto espressione di opinioni e di pensieri) hanno fondamento nelle teorie di Brongersma, oltre che in quelle di Hubert Van Gijseghem e di Paul Bensoussan".
Les peres incestueux se rebiffent
Existe-t-il en France une multiplication de ces fausses allégations ?
On n’en sait rien. Les fausses allégations d’inceste dans le cadre de divorce existent probablement. À l’heure actuelle, il y a très peu d’études sur cette question. L’idée de la multiplication des fausses allégations repose sur la subjectivité des personnes et la parole de certains magistrats. Un psychothérapeute d’origine belge, Hubert Van Gijseghem a largement participé à la propagation de cette idée lors de sessions de formation organisées en France ces dernières années pour les professionnels de la maltraitance. Il s’appuie sur des travaux anglo-saxons controversés et oublie que, même au États-Unis, le débat est loin d’être clos.
Dans ces affaires, la justice semble connaître des dysfonctionnements ? En cas d’agressions sexuelles d’un enfant par un parent, il y a deux instances judiciaires : la justice pénale (car il s’agit de délits ou de crimes) et la justice civile (pour régler la procédure de divorce). Sans réelle coordination entre les deux.Durant cette procédure, le parent protecteur, – le plus souvent la mère, – souhaite faire suspendre le droit de visite de l’agresseur pour faciliter la tâche des enquêteurs. Pourtant, les JAF (juges aux affaires familiales) pensent trop souvent que des enfants si petits ne peuvent que mentir, influencés par un tiers, en l’occurrence la mère. Prenant davantage en compte les intérêts du père que les plaintes de l’enfant, ils préfèrent aménager le droit de visite plutôt que le suspendre. L’enfant peut ainsi se retrouver en contact avec l’homme qui l’a agressé chez une grand-mère ou dans n’importe quel autre lieu.
Masculinisme et groupes de pères : les nouveaux ennemis des avancées féministes
Outre le déni opposé à la violence contre les femmes, ces groupes utilisent et diffusent tout un arsenal de pseudo-théories servant à museler la parole des victimes de crimes familiaux tels que l’inceste. Ainsi l’enfant qui se plaint est immédiatement traité de menteur et sa parole est discréditée, taxée de « fausse allégation « . Sa mère sera ensuite accusée d’avoir manipulé l’enfant, ce que Richard Gardner (théoricien masculiniste et pro-pédophile) appelait un « Syndrome d’Aliénation Parentale ». Ces diagnostics pseudo-scientifiques, bien que non-vérifiés (le SAP n’a jamais été reconnu, en 20 ans, par l’APA, Association Américaine de Psychiatrie), sont pourtant utilisés de plus en plus fréquemment lors de procédures judiciaires : des mères de bonne foi se voient ainsi retirer la garde de leurs enfants dont elles savent le calvaire, au motif qu’elles et leurs enfants auraient « menti ». Au nombre des experts qui contribuent à pratiquer ces injustices, il faut citer des noms et s’en souvenir : Ralph Underwager, Hubert Van Gijseghem, ou encore Paul Ben Sussan, ainsi que tous leurs émules parmi lesquels on compte de nombreux experts judiciaires.
SINDROME DA ALIENAZIONE PARENTALE,LA MALATTIA INVENTATA
I bambini non sono né ventriloqui né burattini di genitori, psicologi, periti o altri adulti "manipolatori." A questo pretende ridurrli l'inesistente "sindrome di alienazione parentale" conosciuta come SAP ed utilizzata da avvocati e periti difensori di abusanti di bambini.Questa sindrome é inesistente perché una sindrome è l'insieme di sintomi e segni caratteristici di una malattia. Non è solo inesistente come sindrome ma allude anche ad una malattia inesistente: "l'alienazione parentale". Questa "sindrome" inventata da un nordamericano, Richard Gardner, che giustificando la pedofilia come un particolare orientamento sessuale, si é diffusa danneggiando sin da 1987 molti bambini abusati di tutto il mondo. Utilizzata da "professionisti" (psicologi, psichiatri, periti, "testimoni esperti", avvocati) che non possono ignorare il danno che procurano, la SAP é stata presa in considerazione da giudici che necessariamente devono basare le loro conclusioni su dichiarazioni di "esperti", ed é stata utile solo per la difesa degli abusanti. Ci sorprende che sino ad ora le associazioni professionali del nostro paese non abbiano manifestato il loro più energico ripudio a questa invenzione che non solo non ha nessun fondamento scientifico, ma evidenzia una assoluta ignoranza della Psicologia e Psichiatria Infantile. Al contrario si sono attivate associazioni come l'APA, Associazione Americana di Psicologia, e l'AAM (Associazione Medica Americana). A queste si é sommato il "backlash" dell'Argentina, continuatore di quanto era stato fatto in altri paesi, prendendo l'avvio quando i sospetti e le accuse di abuso sessuale infantile cominciarono a coinvolgere settori dell'alta società. La sentenza della città di Mar del Plata che lasciò libero un professore di educazione fisica che per noi (che ci basiamo su antecedenti e bibliografia seria e scientifica) é un abusante, dovrebbe allertarci su prossime assoluzioni basate sulla SAP. Sicuramente la difesa di chi abusa sessualmente di bambini utilizzerà la stessa strategia: screditare le dichiarazioni dei bambini abusati, dei professionisti seri, delle genuine testimonianze di esperti. Per tutto questo vogliamo allertare la popolazione affinché non si lasci ingannare da professionisti di dubbia rigorosità scientifica.
Lic. Monica L. Creus Ureta, MN 6789. Psicologa, (U.B.A, Buenos Aires, Argentina)
Lic. Isabel Monzón MP: 6879, Psicologa, (U.B.A, Buenos Argentina)
Lic. Pilar Vendrell MN 1789, Psicologa, (U.B.A, Buenos Argentina)
Lic. Margarita Urano, CI 6262509, (Psicologa, Buenos Aires, Argentina)
Lic. Sonia Vaccaro, MN 8298, Psicologa - Commissione per l'Investigazione del Maltrattamento, (Madrid, Spagna)
Lic. Cristina Gaffner, Psicologa - M.P.00055
Lic. María Teresa Gutiérrez, in Educazione, CI 16443826, (Buenos Aires, Argentina)
Norma Beatriz Giuffre CI 16.206.172 impresaria (Buenos Aires, Argentina)
Francisco Di Miguel Morale commerciante (Valencia, España)
Romina Vázquez Ayala CI 32.486.182 Giornalista, (Bahía Blanca, Argentina)
Lic. Ester Nani, CI 5726753, Psicologa, (Buenos Aires. Argentina)
seguono più di 600 firme!
Il testo di una lettera inviata a una serie di istituzioni Istituzioni che si occupano del tema e problema degli abusi sessuali commessi su bambini:
Stimati Coleghi,
da già troppi anni, assistiamo in silenzio alla costruzione di un mito teorico.
Un'invenzione generata per assistere genitori separati dai loro figli in divorzi controversi nei quali il padre era accusato di abusare del proprio figio: la chiamata "sindrome di alienazione parentale" (SAP). Gardner, ed i suoi libri pubblicati da lui stesso, ha dato la possibilità a molti psicologi di dedicarsi a scrivere libri e dare conferenze, costruendo, con le loro repliche, "un mito", invece di dire chiaramente che si tratta di una sindrome inesistente che non può essere scientificamente riconosciuta, di una malattia che non può essere riconosciuta come tale. Altri professionisti meno scrupulosi hanno presentato la SAP in giudizi,in pubblicazioni, nei mezzi di divulgazione, come una "verità irrefutabile",anche se non risponde a nessuna verità scientifica accertabile e, quello che è peggiore, che contraddice tutto quello che fino ad oggi sappiamo circa la psicologia e la psichiatria infantile. La SAP é usata per permettere le assoluzioni di prevaricatori di bambini ed i progetti di rivincolazione di prevaricatori con i loro figli; per creare associazioni che riuniscono genitori prevaricatori e si incaricano di diffondere la SAP come se fosse una verità scientifica. Il silenzio delle istituzioni che raggruppano professionisti della salute mentale, non prendendo posizione davanti a questa aberrazione pseudoscientífica, ha permesso la pomozione di pubblicazioni aberranti così che centinaia di bambini sono stati abusati e vittimizzati un'altra volta.
L'abuso sessuale infantile ci aggredisce in una maniera insopportabile. La nostra condizione di nevrotico fa che ci risulti non solo inammissibile ma anche impensabile. Come mi ha insegnato la mia cara Isabel Monzón, il peccato della buona gente è non riuscire a vedere il male dove c'é. Sicuramente, quando no si é professionisti, la nostra prima reazione sarà quella di pensare: "questo non può essere possibile", "questo bambino sta inventando", "come questa persona tanto corretta può essere capace di ". Come professionisti non ignoriamo la perversione e sappiamo bene che è quasi impossibile che un bambino inventi un abuso sessuale dove non c'é stato; che madri e genitori non hanno la capacità di "alienare" i loro figli senza che questo diventi evidente. Le testimonianze dei bambini abusati, vittimizati più volte, non risultano credibili per molti giudici, che, in molti casi, ignorano le perizie ed anche tutto ciò che é sostenuto dalla psicologia infantile e credono che i bambini mentono per una loro propensione a fabulare. Dovrebbe essere nostro obbligo, come professionisti della salute mentale, contribuire alla formazione degli operatori, distruggendo miti, sostenendo con impegno ciò che le teorie ci hanno insegnato, non ammettendo che si continui a propagare una falsa "teoria", una falsa sindrome di una malattia inesistente. Per questo motivo Vi sollecitiamo a diffondere e a far pubblica la vostra posizione davanti alla SAP.
(tratto da:movimentocivilecontrolapedofilia.myblog.it, 02.04.2009)

Nessun commento:

Posta un commento