domenica 22 novembre 2009
Il curato e il pagliaccio
“Io credo che la normalità sia il male e la follia sia il peggio.
Io credo che il diritto di essere diverso sia anche il diritto di
essere uguale”. Queste le parole di Sandro Gindro, psicoanalista di formazio-
ne freudiana, compositore e drammaturgo, cui si deve l’autonomo percorso verso Psicoanalisi Contro nonché la fondazione dell’Istituto Psicoanalistico per le Ricerche Sociali.
Dalla drammaturgia emerge un unico personaggio: il curato
che si dibatte tra le due sue anime: quella del prete e quella del
pagliaccio. La questione è credere o no nell’esistenza di Dio. Ma una volta
ucciso il pagliaccio, l’unico che sapeva ringraziare e per il
quale valeva la pena che fosse stato creato il sole, il mare, gli
alberi, il solo che sapeva goderne, “che farà Dio ”, si chiede il
prete. Ammettendone così l’esistenza. Come pure la ammette il
ragazzo non vedente, che ne canta una dimostrazione, ispirata
alla prova ontologica di Sant’Anselmo da Aosta.
("The priest and the clown", di Sandro Gindro)
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