giovedì 27 agosto 2009

Mutilazioni genitali femminili



Si stima che tre milioni di bambine nell'Africa Subsahariana e nel Medio Oriente subiscano annualmente l'escissione/mutilazione, secondo il rapporto dell'UNICEF pubblicato oggi.
Tuttavia, lo studio afferma che con un adeguato impegno e sostegno, questa pratica millenaria possa essere eliminata nell'arco di una sola generazione.
"Un cambio reale e durevole è possibile" afferma Marta Santos Pais, direttrice del Centro di ricerca Innocenti dell'UNICEF. "Il cambiamento avverrà quando le comunità - includendo bambine e bambini, uomini e donne - saranno messe nella condizione di compiere scelte che non siano dannose e che emancipino gli individui e la società."
L'escissione/mutilazione genitale femminile (E/MGF, in sigla) è una pratica millenaria ritenuta utile per accrescere la bellezza della bambina, l'onore, la possibilità di trovare un marito, lo status sociale e la castità. I genitori incoraggiano l'escissione affinché l'onore della famiglia e l'interesse superiore della bambina siano protetti.
Nei 28 paesi dell'Africa Subsahariana e del Medio Oriente dove l'escissione/mutilazione genitale femminile viene praticata, vivono circa 130 milioni di bambine e donne che ne sono state vittime.
Precedenti stime ritenevano che annualmente venissero sottoposte alla pratica due milioni di bambine. Le nuove cifre di 3 milioni non riflettono un aumento effettivo del fenomeno, ma sono il frutto di una migliore raccolta di dati, afferma l'UNICEF.
(Tratto dal sito web dell'UNICEF, notizia del 24.11.2005)

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